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Impresa sicura: settore della lavorazione carni.

11/07/2022
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Il settore agroalimentare è estremamente articolato e complesso e, comunque lo si esamini, per tipologia di prodotti lavorati o per tipologia di lavorazioni, mantiene caratteristiche e peculiarità difficilmente sintetizzabili in uno schema comune. Infatti il settore si suddivide in molteplici comparti, il CCNL del settore ne elenca almeno una quarantina, che spaziano dalle articolazioni del settore bevande, alle produzioni di paste, dalla macellazione, alla lavorazione delle carni, dalle conservazione (inscatolati e surgelati), agli insaccati.

Un vero e proprio arcipelago, al cui interno si trovano lavorazioni proprie di prodotti di nicchia, basti citarne una per tutte: l’aceto balsamico, per far concludere che il settore ha complessità e peculiarità impossibili da affrontare in un solo momento. La sua estrema articolazione, con anche le sue peculiarità di nicchia, lo rendono uno dei settori produttivi e occupazionali di maggiore rilevanza sul piano nazionale.

Il settore con le sue oltre 55.000 aziende e i suoi oltre 300.000 dipendenti, cui vanno aggiunti altri 100.000 addetti tra imprenditori e lavoratori a diverso titolo, assume un posto di assoluto rispetto nel panorama economico occupazionale del Paese. Il dato occupazionale del settore è oltre il 10% dell’intera forza occupata nel manifatturiero mentre, sul fronte economico si rileva che poco meno del 15% del fatturato è dedicato all’esportazione principalmente determinata però dalla grande industria.

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Il settore, nel suo complesso, oltre al peso occupazionale sopra sintetizzato, ha destato da più parti un interesse aggiuntivo sia per il suo peso economico ma anche per la componente “essenziale” che l’alimentazione ha per tutti noi, sia per quella tradizionale che per quella di “tendenza”. L’argomento sicurezza in questo amplissimo settore spesso comporta una doppia declinazione. Non solo la sicurezza dei lavoratori durante le fasi della produzione e delle lavorazioni, così come previsto dal D.Lgs. 81/2008 ma anche la c.d. sicurezza alimentare, ovvero le procedure che conferiscono al prodotto finito il pieno rispetto di quanto previsto dal D.Lgs. 155/1997 e ss.mm.ii. (igiene dei prodotti alimentari).

È difficile infatti immaginare di poter garantire la sicurezza alimentare sul prodotto finito senza rispettare le norme generali di sicurezza sul lavoro. Il settore, per la sua vastità e complessità, è esposto non solo ad eventi infortunistici generici e specifici (p.e. ferite da taglio nella lavorazione delle carni o scottature nei forni o nelle lavorazioni a caldo) ma anche a malattie professionali proprie dei singoli comparti.

Se la sicurezza degli alimenti è assicurata da un’idonea pulizia e manutenzione delle linee di produzione, va però detto che durante queste fasi i lavoratori possono essere esposti a sostanze pericolose, come disinfettanti, lubrificante o all’ammoniaca usata nei sistemi di refrigerazione. Le polveri (farina, frumento, zucchero ecc.) sono altamente infiammabili e possono verificarsi anche esplosioni; inoltre possono provocare problemi respiratori (asma bronchiale) e irritazione a occhi, naso, pelle. Significativo è il rischio biologico: batteri patogeni, virus e parassiti sono tra i pericoli per la sicurezza microbiologica.

Non sono da trascurare i rischi ergonomici dovuti a movimenti ripetuti o a movimentazione manuale dei carichi. Va, infine, ricordato che le operazioni di manutenzione possono richiedere l’accesso in cisterne, silos, vasche che si configurano come spazi confinati, in cui si possono riscontrare gas tossici, liquidi e solidi che possono riempire improvvisamente lo spazio, con conseguente carenza di ossigeno.

Tale molteplicità di rischi ha fatto registrare al settore agroalimentare nel 2013 oltre 10mila denunce, confermandosi al terzo posto (11%) per numerosità e presentando un indice infortunistico superiore di quello medio del comparto manifatturiero (26,4 indennizzi per 1000 addetti, contro 25,8). La presenza di lavoratori stranieri nel comparto si rileva anche dal numero, oltre 2000, di infortuni a questi occorsi.

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