Il Match Analyst dallo sport verso altri settori?
Il tracciamento delle attività è un tema ad ampio spettro che riguarda sempre più anche le ordinarie attività lavorative, generando problemi di varia natura legati anche alla privacy stessa dei lavoratori. Iniziamo ad affrontare questo tema con Alarico Rossi, Head of Analysis, Scouting and Innovation Department della Federazione di calcio dell’Albania.
Alarico Rossi, Match Analyst della Nazionale albanese. Ci racconti la sua esperienza in questo settore sempre più fondamentale per il calcio professionistico…
“Sono nel calcio professionistico da più di 10 anni, il mio lavoro principale è quello di gestire tutte le informazioni che arrivano da una partita di calcio. Nello specifico raccogliere le analisi e fornirle all’allenatore, ai giocatori e tutto lo staff. Il mio lavoro non è solo quello di gestire tutti questi dati ma anche di tradurli, in un certo senso, rendendoli leggibili agli occhi di chi non conosce la statistica”.
È stato difficile ambientarsi in un paese straniero? Come è stata la sua prima esperienza in Albania?
“Si potrebbe dire che il calcio è un linguaggio globale e quindi si parla tutti la stessa lingua. Non è così. In realtà, a volte, ci sentiamo stranieri anche nella città accanto. I passi da fare per integrarsi nell’ambiente sono quelli di avvicinarsi con rispetto, sempre pronti a imparare e ascoltare. All’interno della Nazionale albanese sono stato trattato veramente molto bene, accolto come uno di famiglia”.
Parliamo di analisi e statistiche. Come vengono impiegate all’interno del mondo del calcio?
“Se qualcuno parlasse a uno statistico direbbe che è difficilissimo parlare con i numeri in uno sport che è prettamente qualitativo. Questo perché, nel calcio, la quantità di giocatori in campo, la durata del tempo, gli spazi occupati e le quantità di gesti tecnici eseguiti, rendono questo mondo veramente pieno di numeri. la difficoltà è quella di far diventare dei numeri quelle che all’inizio sono delle sensazioni. Per fare questo utilizziamo delle dashboard che ci consentono di catturare delle piccole clip video che successivamente vengono numerate e analizzate, ogni piccola clip viene chiamata evento. Alla fine di una partita abbiamo a disposizione circa 2500 eventi da analizzare. Successivamente, dobbiamo andare a registrare tutto ciò che un allenatore chiede per poter migliorare l’assetto della squadra. Non solo l’allenatore, ma ultimamente anche i giocatori stessi si sono sensibilizzati verso il mondo della statistica”.
Si parla molto di statistica applicata al mondo del calcio, tanto da essere diventata uno strumento indispensabile per i professionisti. Così facendo, però non si rischia che si provochi una sorta di ‘rigetto’?
“Oggi, il potere è quello di riuscire a gestire i dati. avere la possibilità di gestire i dati è una possibilità che viene considerata un bene prezioso. L’evoluzione culturale del mondo attuale che viene dominato dalla tecnologia, fa sì che la statistica venga accettata di buon grado nel mondo dello sport. Questo tipo di analisi deriva dal mondo anglosassone, una realtà molto analitica e scientifica, in Inghilterra tutto questo è all’ordine del giorno. Il mondo latino che è improntato più sull’estro e l’arte rende questo tipo di approccio un po’ meno sviluppato”.
Qual è la formazione che una persona deve avere per diventare match Analyst?
“Il percorso di studi è lungo e complesso. Non è semplice, soprattutto in Italia, avere un background adatto per questo tipo di lavoro. le strade da intraprendere sono di più tipi: corsi di studi di tipo matematici o fisici ti danno le basi per poter analizzare i numeri, successivamente anche una laurea in scienze motorie potrebbe essere d’aiuto. I corsi di formazione sono tanti e variegati, lo stesso centro della nazionale italiana (Coverciano ndr) esegue alcuni corsi di aggiornamento e formazioni in Match Analyst”.